Dopo esserti preparato al meglio sulla fase pre-colloquio - aiutandoti anche con i nostri utili consigli - è arrivato il tanto atteso giorno del colloquio di lavoro.
Vediamo quali sono gli aspetti fondamentali di cui tener conto per affrontarlo al meglio delle tue capacità.
Quali sono le domande più frequenti durante un colloquio?
In ogni colloquio vi sono “domande tormentone”, utilizzate dai selezionatori per far emergere le tue esperienze e opinioni. Queste domande hanno delle motivazioni che cercheremo di illustrarti, in modo che tu possa farti un’idea di come rispondere. Potrebbe essere opportuno, per superare questa fase del colloquio nella maniera più brillante possibile, preparare qualcosa di scritto da provare e riprovare davanti allo specchio (o davanti alla fotocamera del tuo smartphone!)
Parliamo della motivazione
La componente motivazionale è indagata in profondità nel corso dei colloqui. Essere motivati a svolgere un determinato lavoro è una delle caratteristiche più importanti per il candidato e la mancanza di motivazione è una delle cause più frequenti di insuccesso della selezione.
Ognuna delle domande seguenti contiene elementi utili per verificare la reale motivazione del candidato:
Come immagina il suo futuro professionale fra due/tre anni?
Perché ritiene che, tra tutti gli altri candidati, dovremmo assumere proprio lei per questo lavoro?
Nella risposta a queste domande, il candidato ha la possibilità di parlare di sé, delle proprie competenze, delle proprie attitudini e, soprattutto, della propria motivazione. Non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma è fondamentale che nella risposta emergano, sia da quello che si dice che, soprattutto, da come lo si dice, i motivi che ti rendono il candidato ideale per quella posizione.
Non solo le parole sono importanti, ma anche il linguaggio del nostro corpo: lo sguardo, il tono della voce, i gesti…anche perché, come il selezionatore sa perfettamente, è più difficile mentire con il corpo che con le parole.
Che cosa conosce della nostra azienda?
Disporre di informazioni riguardanti l’azienda e la posizione lavorativa può servire a motivare in modo concreto la propria candidatura per quella specifica azienda o posizione, mentre arrivare ad un colloquio senza aver prima cercato informazioni sull’azienda è, ovviamente, segno di scarso interesse e motivazione.
L'analisi personologica
Una volta accertatosi della tua motivazione, il selezionatore vorrà conoscerti più approfonditamente, andando ad indagare sulla tua persona.
- Potrebbe indicarmi tre pregi e tre difetti che pensa di avere?
Questa è una domanda che introduce l’analisi personologica del candidato. Un’adeguata strategia può essere, per quanto riguarda i difetti, quella di elencare difetti che non siano incompatibili con il tipo di mansione da svolgere oppure che siano assimilabili a pregi.
“Sono testardo e pignolo” diventa “Sono una persona a cui non piace lasciare le cose a metà, controllando anche i dettagli”. Naturalmente, è importante esporre pregi e difetti, cercando di essere onesti e sinceri.
- Mi parli di lei…
Evitando di raccontare la storia della propria vita, è importante illustrare adeguatamente il proprio profilo professionale e lavorativo, con la consapevolezza che, anche in questo caso, preziose informazioni sulla tua personalità arriveranno anche da comportamenti non verbali, dal modo di gesticolare, di guardare, di parlare e di “gestire il proprio corpo nello spazio”.
Dimostra la tua curiosità
Domande, domande, domande! Al termine delle domande poste dall’intervistatore potrebbe essere opportuno, per rafforzare ed evidenziare ulteriormente la propria motivazione, richiedere qualche breve approfondimento su alcuni aspetti legati alla mansione alla quale ci si candida (evitando, in un primo momento, aspetti contrattuali e retributivi) quali: principali obiettivi e responsabilità della posizione, gli ostacoli più comuni al raggiungimento di tali obiettivi, ecc.
Le regole d’oro
- Saluta brevemente, con un sorriso naturale e una stretta di mano decisa ma non troppo vigorosa
- Siediti in maniera rilassata, mantenendo un contatto visivo naturale e ponendosi in situazione di ascolto verso l’intervistatore
- Se ci sono più intervistatori, guarda di volta in volta chi prende la parola
- Non giocherellare con i capelli o con le mani
- Usa un tono di voce chiaro, fornendo risposte brevi ma non laconiche
- Evita di interporre fra te e l’intervistatore barriere difensive (braccia conserte, borse sulle ginocchia, ecc.)
- Non gesticolare in maniera eccessiva
- Mantieni la concentrazione e compi cenni di assenso o di diniego per far vedere che stai seguendo con attenzione il discorso
- E’ importante non mentire all’intervistatore, perché si ha di fronte un esperto e se è possibile mentire con le parole, non lo è con il linguaggio del corpo
- Conduci il colloquio attivamente, ponendo domande pertinenti per chiarire i tuoi dubbi
- Soprattutto, cerca di essere te stesso/a
- Prima di andare via, ringrazia il tuo interlocutore per averti dedicato il suo tempo
Ora puoi tirare un sospiro di sollievo! Il colloquio è andato e puoi goderti la sensazione di soddisfazione e rilassatezza che ne deriva.
Anche se, diciamoci la verità, dopo aver fatto il colloquio già si è curiosi di sapere il feedback del selezionatore e le fasi successive.
Mantieni la calma, le tempistiche di risposta variano spesso dal periodo in cui si svolge il colloquio e dalla tipologia di posizione lavorativa per la quale ci si è candidati.
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