Hai ricevuto la tanto attesa telefonata dal Recruiter dell’Azienda per la quale ti sei candidato, hai passato il primo step di selezione e adesso ti hanno invitato a partecipare un assessment center.
Non sai cosa fare? Leggi qui sotto e scopri come puoi prepararti per le varie prove.
Adesso che hai capito cosa è un assessment center, ti sveliamo quali sono le principali tipologie di prove a cui potresti partecipare.
Una prima valutazione può avvenire con l’autopresentazione. È chiaro a tutti di cosa si tratta, ma ogni tanto qualcuno la scambia per una prova di memoria e snocciola date, titoli e informazioni personali, mentre qualcun altro adotta uno stile biografico tipo “Mi chiamo Giuseppe Garibaldi, sono nato a Nizza il 4 luglio 1807…”. E invece tutto sta nella capacità di lanciare messaggi e parole chiave su di sé in pochi preziosi minuti. Il rispetto dei tempi è, infatti, un fattore importante ed è la chiave per dimostrare di avere capacità di sintesi e chiarezza di obiettivi.
Le dinamiche di gruppo sono generalmente discussioni, simulazioni e casi aziendali. L’argomento non è importante, ciò che conta è il modo con cui lo si affronta, perciò concentratevi sul “come”. L’obiettivo, infatti, è indagare alcuni aspetti della personalità, uno su tutti l’apertura al confronto con gli altri, un’attitudine che risulta fondamentale dato che negli ambienti di lavoro esistono team permanenti con cui si lavora quotidianamente e gruppi che vengono costituiti per sviluppare singoli progetti.
Quale è l’errore più comune durante un assessment center?
Un errore comune nel sostenere questa prova è credere che occorra dimostrare capacità di leadership. Le aziende, è vero, sono alla ricerca di persone che abbiano spirito di iniziativa, ma non sempre di leader; ciò che interessa di più sono la capacità di mediare, di raccogliere le idee di tutti e negoziare una soluzione, di gestire i conflitti. Siamo poco abituati ad ascoltare e il vizio di interrompere o parlare sopra i discorsi degli altri è piuttosto comune, quindi questa è la vera arma vincente: dimostrare di aver ascoltato gli altri e considerare i loro punti di vista, proponendo al contempo il proprio come sintesi finale. Infine, ma non ultimo, ricordatevi che qualunque sia la simulazione o il caso che vi sottopongono, è importante raggiungere l’obiettivo assegnato.
Meno frequenti sono i cosiddetti colloqui conflittuali in cui due candidati vengono posti uno di fronte all’altro e gli viene chiesto di discutere su un tema qualunque, ad esempio “la sicurezza negli stadi”, per il quale non è necessaria alcuna documentazione o formazione specifica. Non c’è un obiettivo da raggiungere, occorre invece dimostrare di saper difendere la propria posizione ascoltando le ragioni dell’altro e comunicando efficacemente le proprie.
Veniamo ora alle prove individuali.
Una classica è il c.d. “in basket” in cui il candidato deve calarsi nel ruolo di un manager che ha appena assunto quella posizione. Nel breve tempo assegnato, dovrà prendere le decisioni in merito ai problemi contingenti che gli vengono proposti sotto forma di posta in arrivo, email, memo, messaggi telefonici o su skype. La prova consiste nell’organizzare il lavoro proprio e dei collaboratori, rispondere alla corrispondenza e stabilire i piani d’azione. Ciò che si valuta in questo caso è la capacità di prendere decisioni ed è fondamentale riuscire a stabilire subito un ordine di priorità.
Per concludere, ricordiamoci che assessment o no, nella selezione per un posto di lavoro l’azienda cerca la risposta a tre domande fondamentali.
- Quella che ho di fronte è la persona giusta per svolgere questo lavoro?
- Riuscirà a integrarsi bene nel nostro ambiente di lavoro?
- Vuole veramente lavorare con noi?
Adesso non ti resta che fare un grosso respiro per portare ossigeno e liberare la testa.
In bocca al lupo!
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