Gender Gap: ma in pratica, di cosa stiamo parlando?

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Nelle aule universitarie, sui social o anche soltanto facendo un aperitivo hai sicuramente sentito parlare di Gender Gap, o divario di genere. Lo sappiamo, è un tema super attuale, di cui si discute parecchio a livello globale. Ma cosa significa davvero?

Se vuoi comprendere a fondo di cosa si tratta e perché se ne parla tanto, sei nel posto giusto: andiamo dritti al punto usando qualche dato del Global Gender Gap Report 2024 elaborato dal World Economic Forum per capire meglio la situazione, soprattutto in Europa e Italia.

Cos’è il Gender Gap?

Il Gender Gap è quella differenza che esiste tra uomini e donne in vari ambiti della vita: scuola, lavoro, politica, salute e benessere. È una sorta di termometro che ci dice quanto una società sta andando verso la vera parità di genere, o quanto c’è ancora da fare. Ogni anno, ad occuparsi di questa rilevazione - confrontando la parità di genere di ben 146 economie - è il World Economic Forum, mediante la pubblicazione di un report che misura la distanza tra uomini e donne in quattro aree chiave:

  1. Partecipazione economica e opportunità lavorative: qui si guarda se le donne riescono ad accedere al mercato del lavoro, se sono in grado di fare carriera e accedere a ruoli di leadership.
  2. Educazione: viene misurato l’accesso delle donne alla scuola e il livello di istruzione che raggiungono.
  3. Salute: ci si concentra sulla salute fisica delle donne e sull’aspettativa di vita rispetto agli uomini.
  4. Potere politico: viene valutato quanto le donne partecipano alla vita politica e ai processi decisionali del loro Paese.

Parliamo dell’Italia

Se guardiamo al nostro Paese, la situazione è un po' deludente: nel Global Gender Gap Report 2024, l’Italia è scesa al 87º posto su 146 Paesi analizzati, con il 70,3% del divario colmato. Il dato è indicativo se pensiamo che il bel Paese ha perso ben 8 posizioni rispetto al 2023, insomma non proprio un risultato da festeggiare.

La partecipazione femminile in politica, ad esempio, misurata dall’accesso al potere per le donne, è fortemente limitata, come dimostra lo score del solo 24% di gap colmato alla voce ‘Emancipazione Femminile’ (per avere una misura, l’Islanda ha colmato il 97% del suo divario).

Sul fronte lavoro, siamo ben sotto la media europea: in Italia le donne hanno ancora difficoltà ad accedere a ruoli di leadership e spesso sono pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro. Insomma, abbiamo ancora un bel po' di strada da fare per migliorare la partecipazione femminile e garantire stipendi più equi.

E in Europa come siamo messi?

In Europa di solito siamo considerati abbastanza avanti quando si parla di parità di genere ma, spoiler: non è tutto rose e fiori. L'Europa guida la classifica regionale del divario di genere avendo colmato il 75% del suo divario, con un miglioramento complessivo di +6,2 punti percentuali dal 2006.

Ma Secondo il Global Gender Gap Report 2024, ci sono ancora sfide importanti: se da un lato l’Europa va forte sull’istruzione, dall’altro il divario è più evidente quando si parla di lavoro e politica. In Germania, secondo il Global Gender Gap Report 2024, il gap di genere in politica si è ridotto del 60%: quasi un ministro su due è una donna (46,7%) e il 35,3% dei parlamentari sono donne. E la Spagna? Ancora meglio: gender equity perfetta nei ministeri e solo 11,4 punti di differenza in Parlamento. Non è solo una questione di numeri: se le donne in politica sono poche, mancano modelli a cui ispirarsi e soprattutto si perdono idee e prospettive diverse, fondamentali per rappresentare davvero tutti i cittadini.

Ecco un dettaglio interessante: i Paesi nordici, come la Svezia e la Norvegia, sono sempre i primi della classe in fatto di parità di genere. L'Islanda, in particolare, è di nuovo al 1° posto (93,5% di divario colmato) ed è in testa all'indice da ben un decennio e mezzo.

In conclusione

C’è ancora molto da fare, sia a livello globale che qui da noi. Il Gender Gap non è solo una questione di statistiche, ma di opportunità reali per tutti. Se vogliamo un mondo davvero inclusivo, dove chiunque – uomo o donna – abbia le stesse possibilità, dobbiamo continuare a lavorarci. In altre parole, raggiungere la parità di genere significa che governi e aziende devono fare un vero switch, sia di risorse che di mentalità. Serve un nuovo modo di vedere l’economia, dove l’uguaglianza di genere non sia solo un "nice to have", ma la base per una crescita giusta e sostenibile per tutti.

 

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