A.A.A. cercasi eccellenze internazionali per accrescere il patrimonio culturale della nazione e contribuire al suo sviluppo economico e sociale. Se fosse un annuncio, apparirebbe così il bando pubblicato dal Ministero dell’Istruzione neozelandese e destinato ai migliori studenti di tutto il mondo. Sul banco, o forse è il caso dire sulla cattedra, un dottorato di ricerca di tre anni con un rimborso spese mensile di 2.083,33 dollari neozelandesi (pari a circa 1.300€) e un’assicurazione medica dalla copertura massima di 660 dollari neozelandesi annuali.
Per poter vivere un’esperienza di studio nella terra dei kiwi bisogna avere un curriculum accademico di alto livello. Si richiede infatti una media del 30 nell’ultimo anno universitario e la presentazione di un progetto di studio che riguardi l’economia neozelandese (con particolare riferimento al commercio internazionale e alle sue possibili espansioni) o la tutela della sicurezza e la salute del suo popolo.
Estremamente voluminosa è la documentazione da compilare per poter presentare la propria candidatura. Si inizia con l’application form dove inserire i dati personali, quelli riguardanti gli studi pregressi e la proposta di ricerca; si prosegue con la tabella e il formulario di valutazione da far compilare al docente che “sponsorizza” l’ammissione dello studente e si conclude con l’inserimento del CV e del certificato di cittadinanza. Coloro che saranno selezionati dovranno anche registrarsi a una delle otto università convenzionate con il programma: la AUT, la Lincoln, la Massey e le Università di Auckland, Canterbury, Otago, Waikato e Wellington.
Attenzione, il tempo stringe. Il 15 luglio scade il termine per presentare le domande. Tutta la documentazione deve essere consegnata in formato cartaceo, quindi o la si recapita personalmente al Ministero dell’Istruzione neozelandese o la si spedisce (soluzione più pratica) all’indirizzo NZIDRS Applications, Education New Zealand, Level 5, 160 Lambton Quay, Wellington 6011, New Zealand.
Chiara Del Priore
3 luglio 2015
Foto: Google immagini (creative commons)