Laurea sotto casa perché costa troppo muoversi?

Sette giovani su dieci lo scorso anno –secondo i dati Almalaurea - sono stati i primi laureati della loro famiglia. Una bella soddisfazione, però non tutti sono stati liberi di scegliere la migliore università corrispondente ai propri progetti futuri. Non la migliore Facoltà di Lingue o di Architettura o di Economia e non il più avanzato Politecnico, ma spesso quello più vicino alla città d’origine perché oggi essere studente “fuori sede” è diventato quasi un lusso.

Io ho fatto l’università a Bologna negli anni novanta da “fuori sede” - una delle migliori scelte della mia vita e un’occasione di crescita straordinaria - e ricordo che i miei colleghi bolognesi erano dispiaciuti di non aver avuto la scusa per andarsene fuori casa.

Oggi per una famiglia di medio reddito è diventato molto complicato affrontare i costi di un affitto in più, le spese di viaggio e magari pure il costo della vita in una città più cara. E così addio alla scuola di vita del ritrovarsi da soli a gestire la propria quotidianità e soprattutto addio alla scelta. Si, perché il “dove” ti sei laureato conta forse più del voto.

I dati segnano una tendenza. Nel 2010 oltre la metà dei laureati ha conseguito il titolo in una sede universitaria all’interno della propria provincia di residenza: 51 per cento rispetto al 49 (oltre due punti percentuali più di quanto non avvenisse nel 2004).

A questa tendenza all’immobilità forzata si affianca poi quella a uscire - e qualche volta in modo definitivo - dal proprio Paese una volta preso il titolo. Aumenta, infatti, il numero dei laureati che, rispetto ai fratelli maggiori del 2004, decide di varcare le Alpi o l’Oceano anche per la preoccupazione di avere difficoltà a trovare un’adeguata collocazione lavorativa in patria.

Raffaella Giuri

30 maggio 2011

Foto di Aflco


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