L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sviluppa le competenze ma non le tasche. L’assunto spiega la curiosa assenza di ogni riferimento a rimborsi spese e/o stipendi dal bando che presenta gli stage di sei mesi nel quartier generale di Parigi. Non è questa la sola incongruenza della proposta dell’Ocse: nel testo si può infatti leggere che il termine ultimo per presentare le domande è fissato al 20 settembre ma gli stage, di una durata massima di sei mesi per 40 ore settimanali, dovranno necessariamente essere conclusi entro la fine di dicembre. In tal senso, dunque, chi già oggi invierà la propria candidatura rischierà, considerati i tempi tecnici di selezione legati al cospicuo volume di richieste pervenute, di entrare a stage avviato e non poter usufruire per intero dei sei mesi messi a disposizione.
Fortunatamente ci sono anche alcune certezze: tra queste, ad esempio, che lo stage è aperto agli studenti triennali e magistrali iscritti a corsi di laurea attinenti l’economia, la finanza, gli affari sociali, il commercio, l’agricoltura, lo sviluppo, l’ambiente, l’educazione, il fisco e la statistica. È richiesta una conoscenza fluente dell’inglese o del francese adatta al lavoro quotidiano sui documenti e progetti, l’attitudine a lavorare in un ambiente internazionale e multietnico e il possesso di spiccate doti analitiche e organizzative. Non ci sono dubbi neanche sulle modalità per sottoporre la propria candidatura: è sufficiente registrarsi al portale, compilare successivamente l’application form, caricare una copia del proprio CV e una lettera di presentazione.
L’OECD (acronimo in inglese) è stata fondata nel 1961, conta in organico circa 2.500 dipendenti e produce ogni anno oltre 250 pubblicazioni. La sua attività è orientata al supporto delle istituzioni nelle politiche commerciali, alla promozione di alternative sostenibili per le economie emergenti e all’integrazione finanziaria tra i Paesi aderenti. E almeno questo è chiaro.
Chiara Del Priore
19 giugno 2015
Foto: Google immagini (creative commons)