Un lavoro qualsiasi?

La crisi ha bruciato migliaia di posti di lavoro, con il risultato che oggi si fanno le stesse cose di tre anni fa con la metà delle risorse.

Chi è dentro (alle aziende) galoppa nella speranza che presto ci si possa permettere di avere nuova linfa in aiuto. E fuori che succede? I giovani senza ancora un lavoro finiscono per dover chiedere un soccorso economico ai più anziani, nonni compresi. E' così che la famiglia conferma ancora una volta il suo ruolo di colonna portante dell'economia del Paese.

E’ di questi giorni la notizia dell’esplosione di richieste di finanziamento attraverso il meccanismo della “cessione del quinto” sulla pensione, cioè l’ottenimento di un prestito che viene rimborsato mensilmente con una quota fissa della propria pensione (fonte osservatorio Assofin).

Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti dice che in Italia gli immigrati sono tutti occupati. Luca Ricolfi, su Panorama di questa settimana, raccoglie la provocazione e ribatte che “non si può pretendere che chi ha studiato per 10, 15 o 20 anni accetti un lavoro qualsiasi, magari da manovale, spazzino, autista, bidella, collaboratrice familiare. Quel che non è normale invece è che ci siano così pochi posti di lavoro qualificati”.

Il fatto è che in altri Paesi sarebbe considerato normale riempire i buchi lavorativi con attività non in linea con le proprie aspirazioni e qualifiche. In Italia, invece, i pareri sono contrastanti perchè se da un lato occorre giustificare ogni "buco" nelle esperienze professionali, dall'altro un lavoro o una serie di lavori poco qualificati rischia di abbattere il proprio profilo, magari in modo definitivo. E allora?

Il dibattito è ancora aperto.

Raffaella Giuri

26 aprile 2011

Foto di ibm4381


Job Meeting
MAGAZINE
Notizie dal Mondo del Lavoro
Job Meeting
EVENTI
Incontra direttamente le aziende e fai parte della community

Sei un'azienda?