Il peso della crisi induce i giovani a restare sui libri. Solo la metà di coloro che prendono la laurea triennale si mette alla ricerca di un lavoro (51,5% contro il 56,4% dello scorso anno). E tra questi sono ancora meno quelli che poi lo trovano (solo il 37,2% rispetto al 45% dello scorso anno).
Peggiora decisamente il quadro occupazionale secondo il Rapporto Stella, realizzato dal Consorzio interuniversitario Cilea, che prende in esame i laureati del 2008 a un anno dal titolo.
Chi ha preso la laurea triennale un anno fa si ritrova costretto suo malgrado a proseguire gli studi per mancanza di opportunità. Una situazione che mortifica, fra l’altro, lo spirito della riforma universitaria che aveva pensato a questa laurea come a un percorso più veloce verso il mondo del lavoro.
Eppure la laurea triennale resta ancora un titolo spendibile sul mercato del lavoro. Lo testimonia il fatto che chi riesce a trovare occupazione lo fa in tempi piuttosto rapidi, la ricerca dura in media 4 mesi, e ottiene livelli salariali addirittura superiori ai laureati di secondo livello: 1.200 euro netti al mese contro i 1.127 euro che riescono a spuntare i laureati specialistici.
La situazione naturalmente varia a seconda dell’indirizzo di studi. In alcuni settori, come nel caso di economia e ingegneria, la laurea triennale è decisamente professionalizzante e porta più facilmente al posto di lavoro. Per altre discipline è necessariamente considerata una tappa intermedia da completare con altri due anni di esami.
Il Rapporto Stella configura annualmente la situazione dei laureati in rapporto al modo del lavoro, analizzando circa 50 mila laureati italiani provenienti da 12 Atenei (otto dei quali presenti in Lombardia).
Raffaella Giuri
4 giugno 2010
Foto di Clgregor