La vitalità delle imprese italiane recupera i valori antecedenti alla crisi.
Tra gennaio e marzo 2010 rallentano le chiusure, 10 mila in meno rispetto al 2009, e aumentano le aperture di nuove attività, 4.700 in più.
E' quanto emerge dai registri delle Camere di Commercio e reso noto da Movimprese, l'analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, per conto dell'Unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane.
Il saldo tra natalità e mortalità è ancora negativo (-16.181 unità) ma si è dimezzato rispetto allo scorso anno.
Nel mare delle cattive notizie, almeno questa è buona e porta il totale delle imprese attive nel nostro Paese a 6.058.558 unità.
Entrando nel dettaglio si scopre che, manco a dirlo, hanno risentito di meno della crisi le imprese più strutturate del Nord, mentre il profilo di chi ha pagato il prezzo più alto è una ditta individuale, artigiana, del Mezzogiorno.
La Regione con il miglior saldo, sebbene negativo, tra attività nate e cessate è la Lombardia (con appena un -88 unità), quella con il saldo peggiore è sorprendentemente l’Emilia-Romagna (-2.439 unità).
Raffaella Giuri
Foto di Allie's.Dad