"Cosa ci fa un tizio in t-shirt che scarabocchia numeri, parole e immagini, mentre i top manager di una multinazionale espongono i dati di bilancio? Sepolte le slide, svaniti i Powerpoint, archiviati come dinosauri i fogli Excel, oggi la sintesi è affidata al “facilitatore visuale”: un mediatore armato di pennarelli e capacità di sintesi che, nei meeting aziendali, nelle conferenze e nei workshop ascolta relazioni e interventi, osserva dinamiche (e talvolta le stimola) e ricostruisce mappe concettuali e strategie.
Una specie di Michelangelo? In fondo, anche se lui non era il facilitatore visuale di Giulio II, la Cappella Sistina è il più efficace storytelling del suo papato e della cristianità.
Manager e capi azienda che si formano in master all’estero e puntano a conquistare i vertici della loro azienda sempre più rapidamente sono sempre più insicuri. Hanno sempre meno tempo e meno attenzione. E sono schiavi del diktat secondo il quale per convincere il proprio capo a sponsorizzare un loro progetto hanno il tempo di una corsa in ascensore."
Solo un estratto dell'accattivante articolo pubblicato dall'Espresso qualche giorno fa dedicato a questa nuova figura che, nata oltreoceano (ovviamente), si sta affacciando sul panorama lavorativo internazionale, grazie alle sue pregevoli capacità riassuntive e a tanta tanta creatività.
Nata, come anticipato, negli Usa negli anni Ottanta, la professione del “visual facilitator” ormai in Italia allinea diverse factory di creativi e freelance molto richiesti che lavorano per multinazionali ma anche per società no profit e studi di grandi avvocati.
Anche tu realizzi infografiche? Sei sempre lì a inforcare la matita per consegnare originalità e soprattutto la massima comprensione a argomenti che altrimenti sarebbero complicati? Bene, sei un “facilitatore visuali” a tutti gli effetti ed è giunto il momento di inserire la tua professione nel cv!
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