“I giovani hanno tre volte più probabilità di essere disoccupati rispetto agli adulti e oltre 75 milioni di loro nel mondo sono in cerca di lavoro”. Parola di ILO, organizzazione internazionale del lavoro.
L’agenzia specializzata delle Nazioni Unite ha diffuso di recente i dati 2012 del rapporto sulla disoccupazione giovanile, che traccia un quadro sicuramente non roseo delle prospettive di lavoro per questa fetta di popolazione mondiale.
Qualche dato: nel 2012 i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni saranno circa 75 milioni, con un aumento di quattro milioni dal 2007. Purtroppo, secondo lo studio, fino al 2016 i margini di miglioramento sono molto ristretti. Con riferimento all’Italia, nel quarto trimestre del 2011 il numero di disoccupati è stato pari a quasi 21 milioni, per un tasso di disoccupazione del 9,7%, in rialzo di quasi il 2% rispetto allo stesso periodo del 2011.
La percentuale di disoccupazione giovanile è pari al 32,6% del totale, i giovani che non cercano più lavoro sono il 5% della cifra totale dei disoccupati, mentre i cosiddetti Neet (not in education, employment or trading, ossia quelli che non studiano, non lavorano, né frequentano corsi di formazione) sono arrivati a quota 1,5 milioni.
La crisi dell’occupazione colpisce sia i paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo. Nel primo caso a influire è un mercato del lavoro instabile, che offre posizioni perlopiù precarie, con scarse possibilità di crescita e di sviluppo delle proprie competenze. Tutti questi fattori li pongono in una posizione si svantaggio rispetto agli adulti, che spiega le maggiori difficoltà a essere occupati.
Nei paesi in via di sviluppo, invece, fattore destabilizzante è la debolezza dell’economia, che di fatto rende quasi impossibile l’esistenza di un vero e proprio mercato del lavoro.
Tuttavia da Ginevra non arriva solo uno spaccato della situazione attuale, ma anche un importante segnale di azione concreta. Azione che deve partire innanzitutto dai governi nazionali, attraverso, ad esempio, misure di alleggerimento fiscale, incentivi a imprese che assumono giovani, programmi per favorire l’auto-imprenditorialità.
A livello internazionale, invece, non è di poco conto la presenza del programma dell’ILO sull’occupazione giovanile, che opera attraverso una rete globale di squadre tecniche presso la sede centrale e più di 60 uffici in tutto il mondo. Compito del network è dare vita a interventi coerenti e coordinati in materia di disoccupazione giovanile e fornire assistenza ai paesi in via di sviluppo. Stabilire delle direttive comuni in materia di occupazione può essere sicuramente un’ulteriore modo per dare voce a esigenze condivise e, allo stesso tempo, dotare di maggiore incisività gli interventi da mettere in atto.
Chiara Del Priore
7 giugno 2012
Foto di Labouryouth