Inizio di aprile in Giappone: si rinnova in modo esplosivo il ciclo della natura con la fioritura dei ciliegi (sakura), ma anche quello delle aziende. Comincia l'anno finanziario e, secondo le stime prevalenti, quasi 900mila giovani entrano tutti assieme nelle aziende. E per farlo, seguendo i dettami della tradizione, partecipano alle cerimonie ufficiali d'ingresso, le “nyushashiki”.
È un giorno in cui ascoltano direttamente dalla bocca del Chief executive le direttive-guida e imparano orgoglio e regole aziendali.
Quest'anno il mercato del lavoro è ancora migliorato: in generale il tasso di disoccupazione è sceso al 2,8% e secondo il ministero del Lavoro già a fine gennaio il 90,6% dei neolaureati aveva trovato occupazione, così come il 94% dei neodiplomati.
Carenze di personale sono spiccate in vari settori dell'economia, dall'industria delle costruzioni a quelle dell'assistenza e della distribuzione, complici anche le molto ristrette maglie dell'immigrazione.
Tra i grandi gruppi, solo Toshiba, in piena crisi finanziaria a causa dei problemi alla controllata nel nucleare Westinghouse, ha rinunciato ad assumere. Toyota Motor ha assunto 2.633 persone, contro 2.581 dell'anno scorso. Alla Panasonic sono stati 780, mentre alla Hitachi 670, lo stesso numero dell'anno scorso ma con un incremento all'8% delle nuove leve non giapponesi (da 40 a 60).
Nel suo messaggio di incoraggiamento, il chief executive di Hitachi, Toshiaki Higashihara, ha ricordato anzitutto che quarant'anni fa era toccato a lui affacciarsi con trepidazione in azienda, senza lontanamente immaginare che ne sarebbe diventato il capo. Ha poi rievocato brevemente la storia di una impresa che ha 107 anni e cerca di seguire lo spirito del fondatore Namihei Odaira: nel 1910 il Giappone doveva importare praticamente tutto e fu lui a avviare la manifattura tecnologica.
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