Fuga all’estero: chi vuol fare il salto?

Mollare tutto e andarsene dalla propria città o forse addirittura dal Paese.
Quando il territorio, locale o nazionale, non garantisce le opportunità attese dopo anni di università, c’è chi medita di fare il salto e partire alla ricerca di territori culturalmente più aperti a investire sui giovani.

Le università italiane proclamano in media 300mila nuovi dottori ogni anno.
Laureati che si affacciano sul mercato del lavoro carichi di aspettative che però, complice il momento congiunturale, rischiano di andare ad ingrossare le fila dei giovani precari sottopagati.

Allora perché non andare altrove, dal Nord Europa - più vicino e facile - fino ad arrivare all’altro capo del mondo, in Australia?

Ma vivere in un Paese straniero può avere anche degli aspetti negativi, come ad esempio problemi di integrazione, di spaesamento rispetto alla lingua, alla cultura o agli obblighi burocratici. Per tacere della lontananza dai propri affetti e il distacco dalle relazioni sociali frutto di una vita.

Jobmeeting.it sta raccogliendo le vostre opinioni su questo argomento. Andate alla pagina del sondaggio e diteci la vostra. Pochi minuti per rispondere e potrete vedere subito come hanno risposto coloro che lo hanno già fatto.

https://www.jobmeeting.it/sondaggi/sondaggio-lavorare-all-estero

Raffaella Giuri

30 settembre 2010


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