Nel momento di crisi generalizzata che l’Italia sta attraversando, e in particolare le difficoltà che incontrano i giovani a trovare lavoro e a mantenerlo con successo, raccontiamo una storia controcorrente. Alessandro Malnati, 32 anni, dirige con successo la GWC world, un’agenzia di comunicazione e pubblicità nata nel 2003 e che oggi impiega una quindicina di ragazzi in cui l’età media è di 27 anni.
Il tuo è un caso di successo. Se pensiamo alla difficile situazione lavorativa che sta attraversando il nostro Paese, e in particolare quella dei giovani, la tua è una storia che merita di essere ascoltata, perché porta fiducia e fa venire voglia di provarci. Ci puoi descrivere brevemente di cosa ti occupi?
Dirigo un'agenzia di comunicazione e pubblicità, la GWC World. L'ho fondata nel 2003 e da allora ci siamo spostati già 4 volte per via della crescita del personale e delle esigenze operative. Lavoriamo con player che provengono da settori molto diversi … ed è questo che mi piace. Un lavoro in mille lavori, tutti ugualmente complessi e importanti. L'ho fondata con tanta inconsapevolezza quando avevo 23 anni...ed è stato un bene...perché poi, credendoci giorno per giorno, ho imparato tanto sul campo e ho approfondito il mio know-how in modo pragmatico e concreto. Imparo qualcosa ogni giorno dai miei clienti e dai miei colleghi e spero che sia reciproco, naturalmente.
Quali esperienze ti hanno portato dove sei oggi?
Dopo la laurea ho fatto uno stage non retribuito di 6 mesi come ufficio stampa in Confindustria. Avevo scelto di lavorare per un ufficio stampa perché ho sempre amato la comunicazione, di ogni tipo, e quello mi sembrava un buon modo di approcciarla in maniera professionale. Quest’esperienza ha determinato la mia vita professionale futura. Ho avuto la fortuna di avere un responsabile molto intelligente, che mi ha dato spazio e fiducia, affidandomi un progetto che ho successivamente portato avanti in modo autonomo. Grazie a quei 6 mesi ho capito che c'erano spazi per inventare qualcosa...che potevo metterci mani, cuore e testa.
Da un progetto ne è seguito un altro, e poi un altro ancora. Centinaia di incontri esplicativi, parole, presentazioni. Qualcuno ci ha dato fiducia, e poco a poco siamo partiti.
Dopo quasi 10 anni lo spirito è lo stesso di allora. Prendo tutto molto seriamente, che si tratti di fare una brochure, riposizionare una manifestazione fieristica internazionale o creare un evento per 5000 persone dall'altra parte del mondo.
Qual è la tua formazione? Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere il tuo percorso?
Consiglio di cogliere le opportunità quando si presentano, e di non essere troppo snob nella ricerca del primo lavoro. Io ho studiato tutt'altro -Scienze Politiche Internazionali- e non avrei mai pensato oggi di fare quel che faccio...eppure ogni mattina sono felice di andare in ufficio o da un cliente perché so che il mio tempo e la mia testa saranno impegnati per cambiare davvero qualcosa e sostenere il lavoro di altri. E' una bella sensazione.
Ci racconti qualche aspetto positivo della tua professione, e quali difficoltà invece sperimenti nel tuo lavoro?
Apprezzo molto la possibilità di viaggiare tanto e di avere ogni giorno sfide nuove e interessanti. Passare da un progetto creativo a uno strategico, sono cose che tengono in moto il cervello e che ti responsabilizzano davvero perché hai a che fare col DNA delle aziende e spesso dal nostro lavoro dipende il successo di un progetto importante per i nostri clienti. Il loro successo è anche il nostro e non è una frase fatta, è proprio così.
Le difficoltà le incontra chi ragiona per schemi troppo ingessati e non sa adattarsi a contesti e realtà assai diverse. Dal piccolo produttore di occhiali del Cadore, fino alla multinazionale americana: l'orizzonte professionale deve saper switchare in pochi istanti da un profilo all'altro, garantendo a entrambi il miglior lavoro possibile e la massima serietà strategica e tattica. Bisogna prendere ogni sfida sul serio e, com'è facile immaginare, il tempo che resta per tutto il resto è davvero poco se si punta a fare sempre meglio. La difficoltà maggiore quindi direi che sta nella capacità di organizzare se stessi e il proprio tempo. Non è per tutti, e ho visto molti non farcela proprio a causa di questo.
Quali sono le figure professionali che lavorano da voi? Qual è l’età media?
Da noi lavorano una quindicina di persone e ci avvaliamo della collaborazione di una dozzina di consulenti esterni. Sono grafici, programmatori, sistemisti, account, creativi, art director, media manager, web developer, social media manager. Sono perlopiù ragazzi dai 20 ai 30 anni. L’età media è di 27-28 anni. L’età non è importante. Sono altre le caratteristiche che ricerchiamo, come la motivazione, la passione a svolgere il proprio lavoro, la creatività, pro attività, flessibilità.
Un ultimo consiglio per chi è alla ricerca del primo lavoro oppure vuole trovarne uno più in linea con le proprie competenze e aspirazioni?
Consiglio di buttarsi. Di non sperare di imparare da guru o presunti tali. E’ importante avere delle solide basi, ma occorre imparare strada facendo, non stancandosi di si cercare le risposte e di interrogarsi, ovunque. Consiglio di ritagliarsi uno spazio per fare quelle esperienze che possano aprire la mente e che possano aiutare a misurarsi contando soprattutto su di sé. Nel mio caso è stato viaggiare, ad esempio.
Bisogna anche avere fiducia e non perdere mai la capacità di essere autocritici, perché solo così si può diventare professionisti completi..anche se, come ho detto, ogni giorno si impara qualcosa, anche dopo tanti anni.
Elena Merli
1 gennaio 2013