I lavori manuali e quelli accessibili solo ai “dottori”. Un’ampia disponibilità di posti di lavoro contro una lotta per accaparrarsi i pochi disponibili. L’ultima indagine di Confartigianato, che riprende i dati 2011 sulle assunzioni previste dalle imprese e monitorate dal sistema informativo Excelsior Unioncamere e del Ministero del Lavoro, ci mostra un’enorme forbice tra offerta e domanda di occupazione in alcuni settori lavorativi. In sintesi, esistono tanti lavori che non riescono a trovare persone disposte all’impiego, così come ci sono pochi posti ambìti da un numero enorme di giovani, laureati o spesso con ulteriori titoli di studio, come il master.
Qualche esempio: il 27% delle 1.100 richieste di pavimentatori e posatori di rivestimenti si trova di fronte a un’offerta di lavoro inesistente. La stessa cosa si può dire per montatori di carpenteria metallica (19% su 5.060), camerieri (18,5% su 22.460), meccanici, riparatori e manutentori di automobili, attrezzisti di macchine utensili, sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai, e altre occupazioni manuali o comunque per le quali non sono previsti titoli di studio elevati.
Parallelamente, l’ultimo rapporto Almalaurea evidenzia un aumento del tasso di disoccupazione giovanile per tutte le tipologie di laureati (per i laureati triennali il tasso è salito dal 16 dello scorso anno al 19%, per quelli specialistici dal 18 al 20%, mentre per i laureati a ciclo unico è passato dal 16,5 al 19%). Il tutto nonostante i nostri laureati siano molto meno della media OCSE: 20 su 100 nella fascia 25/34 anni rispetto a una media del 37.
Come ridurre un divario così ampio? La soluzione non sta nello spingere i giovani che hanno alle spalle liceo, università e, talvolta, master ad “adattarsi” a un’occupazione che non corrisponde al proprio percorso di studi e alle proprie aspirazioni, anche se meglio retribuita o più stabile. Bisognerebbe creare le condizioni, in sede di orientamento, perché ogni studente o futuro lavoratore riesca a scegliere il percorso di studio o l’occupazione più consona alle proprie capacità e ai propri desideri. Inoltre, è opportuno investire in istruzione e formazione, sia nel mondo universitario che in quello lavorativo. Parallelamente, è fondamentale in generale creare le premesse per ampliare l’accesso al lavoro, attraverso politiche attive per l’impiego, annunciate dalla riforma, e incentivi all’assunzione di giovani da parte delle imprese.
Chiara Del Priore
27 giugno 2012
Foto di Earthworm